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MISTERO BUFFO

Matthias Martelli
Genere
Prosa

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18
mar 2022
ven 20.45

TEATRO COMUNALE (RIDOTTO) - VICENZA (VI)

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VICENZA - TEATRO COMUNALE STAGIONE 21/22

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11
dic 2024
mer 21.00

TEATRO DARIO FO - CAMPONOGARA (VE)

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CAMPONOGARA - TEATRO DARIO FO STAGIONE 24/25

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09
mar 2025
dom 17.00

TEATRO MODERNISSIMO - NOVENTA VICENTINA (VI)

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NOVENTA VICENTINA - STAGIONE 2024/2025

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Crediti

di Dario Fo e Franca Rame 
regia Eugenio Allegri 
Non siamo più negli anni ’70, il clima nel paese è completamente mutato, non c’è più quel fermento culturale, di lotta politica alta, drammatica, epocale. Eppure la forza di Mistero Buffo è ancora la stessa, perché è un classico del teatro politico universale, fortemente legato al suo autore, Dario Fo.
Mistero Buffo è innanzitutto la possibilità di ritrovare una nuova visione del mondo: quella della storia fatta dal popolo. Vissuta e raccontata dal popolo stesso, in opposizione alla storia ufficiale. In questo contesto “il giullare” era il giornale parlato del popolo. Attraverso la sua voce il popolo parlava direttamente, demistificando il sacro e il potere, utilizzando l’arma del riso e del grottesco.

Il lavoro affonda le sue radici in una forma di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita col suono, con le onomatopee, con scarti improvvisi di ritmo, con la mimica e la gestualità spiccata dell'attore, passa continuamente dalla narrazione all’interpretazione dei personaggi, trasformandoli all’occorrenza dal servo al padrone, dal povero al ricco, dal santo al furfante, per riprodurre sentimenti, reazioni, relazioni, e tutte quelle altre cose che fanno, infine quella rappresentazione sacra e profana chiamata Commedia.
L'attore è solo in scena, senza trucchi, con l'intento di coinvolgere il pubblico nell'azione drammatica, passando in un lampo dal lazzo comico alla poesia, fino alla tragedia umana e sociale. Un linguaggio e un'interpretazione nuova e originale, nel segno della tradizione di un genere usato dai giullari medievali per capovolgere l'ideologia trionfante del tempo dimostrandone l'infondatezza.