I RECINI DA FESTA

La Filodrammatica
Genere
Prosa

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Crediti

Due atti di Riccardo Selvatico
Regia di Simone Toffanin
Venezia, seconda metà dell'800. In una comune famiglia miserevole, Pasqual, capofamiglia e gondoliere, vive con immensa gioia la nascita del suo primo nipote, figlio di Luçieta e di Toni, figlio diseredato dal ricco padre Bortolo per essersi sposato senza il suo consenso. Tutto si muove tra gli stenti quotidiani, al punto che Conceta, madre di Lucieta, rompe il salvadanaio degli sposi per far fronte all’affitto. Ma in quel salvadanaio erano raccolti i minimi risparmi che i due riuscivano a racimolare per poter comperare una culla degna per il loro bambino. Il personaggio che manovra in tutta la commedia, naturalmente a fin di bene, è la comare levatrice, Lucrezia. È a questa che Lucieta affida i suoi recini della festa perchè li venda, e col ricavato poter pagare la culla. Nella vendita viene coinvolto il padre di Toni, Bortolo, ed a sua
insaputa attirato in casa di Pasqual col quale, molti anni prima, aveva avuto un alterco per una donna. Bortolo tocca con l’animo la triste verità sul suo Toni, si commuove davanti al nipotino al quale, all'insaputa di Pasqual, porta il suo nome Bortoleto.