AUTORITRATTO

Davide Enia 
Genere
Prosa

Condividi tramite:


Crediti

di e con Davide Enia
musiche Giulio Barocchieri
con il patrocinio della Fondazione Falcone
«Questo nuovo lavoro - scrive Enia nelle sue note - è una tragedia, una orazione civile, un processo di autoanalisi personale e condiviso, un confronto con lo Stato, una serie di domande a Dio in persona. Per questo, questo lavoro è un autoritratto al contempo intimo e collettivo.» Prosegue dicendo che, diversamente da tutte le persone che conosce, lui non ha ricordi del 23 maggio 1992. O meglio non ricorda con chi e dov’era quando ha appreso la notizia della bomba che ha ucciso il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e alcuni agenti della scorta. Forse una rimozione? come accade per le nevrosi? «In Sicilia praticamente tutti abbiamo avuto, almeno fino alle stragi, un rapporto di pura nevrosi con Cosa Nostra. È un discorso che ha a che fare con la coscienza collettiva condivisa, con la pratica del quotidiano, con strutture di pensiero millenarie. …affrontare per davvero Cosa Nostra significa iniziare un processo di autoanalisi. Non volere quindi capire in assoluto la mafia in sé, quanto cercare di comprendere la mafia in me.»